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belle e sebastien 

 

BELLE & SEBASTIEN

 

di Nicolas  Vanier

 

 

 

(Belle et Sebastien) REGIA: Nicolas  Vanier. SCENEGGIATURA: Nicolas  Vanier, Fabien  Suarez, Juliette  Sales, Tratto dal romanzo “Bella e Sebastiano” di Cécile Aubry (Ed. Fabbri). INTERPRETI: Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Dimitri Storoge, Margaux Châtelier. FOTOGRAFIA: Éric  Guichard (Formato: Cinemascope/Colore). PRODUZIONE: Radar Films, Epithète Films, Gaumont. DISTRIBUZIONE: Notorious Pictures. GENERE: Drammatico. ORIGINE: Francia. ANNO: 2014.  DURATA: 100’. –  (Junior Cinema: Baby-Teens)

 

In un paesino delle Alpi francesi occupato dai nazisti un bambino fa amicizia con Belle, cane a cui l’intera comunità dà la caccia perché ritenuto un feroce sbranatore di pecore. Mentre la sua famiglia aiuta gli ebrei a fuggire clandestinamente in Svizzera, il piccolo Sébastien deve tenere segreto il suo legame con Belle anche al nonno, deciso a uccidere la “Bestia”. Ispirandosi all’omonima serie televisiva francese degli anni Sessanta e ai successivi cartoni animati che seguiva con passione da bambino, Nicolas Vannier realizza questo film a misura di bambino ma così denso di bellezza e purezza da poter essere considerato grande cinema. Se c’è un tema caro a Vannier è proprio la natura, in tutta la sua maestosità e potenza, in rapporto con l’uomo (si veda il suo “Il Grande Nord” del 2003, su un gruppo di cacciatori canadesi). E qui non fa altro che approfondire la sua ricerca in questa direzione, sia in grande, attraverso spettacolari riprese di montagne e ghiacciai che sfidano i poveri emigranti ad attraversarli, sia in piccolo, con la semplice storia di una profonda amicizia saldata tra un bambino e un animale. Di film sul rapporto uomo-cane se ne producono, e quasi sempre si si tratta di film che sfidano le corde del sentimento, al confine del melodrammatico (“Hachiko”) o commedie più o meno originali (“Io e Marley”). A questo film va riconosciuta la capacità di dosare gli stereotipi del genere senza abusarne: Vannier non spinge mai verso lo strappalacrime, senza rinunciare al sentimentalismo, antropomorfizza il cane, ma solo con leggeri tratti e in momenti scelti con sapienza. Ne emerge un quadro di grande autenticità, grazie al talento del regista e al volto del piccolo Félix Bossuet, che interpreta Sébastien. Sullo sfondo si intrecciano grandi temi come la responsabilità morale contrapposta alle leggi, il rispetto della sacralità della natura e la ricerca della verità sotto l’apparenza di uomini e cose. E anche la cornice della fuga tra le montagne e del nonno che nasconde al bambino la morte della madre sono osservati con gli occhi emotivi, sognanti, coraggiosi e un po’ spaventati del ragazzino che cresce in fretta. Nicolas Vannier ha dichiarato di voler celebrare con questo film la propria infanzia ma anche il proprio amore per i bimbi e gli animali e ambientando la storia in un luogo che, nonostante la precisa collocazione storica, sembra sospeso fuori da tempo e spazio, ha trionfato nell’impresa, lasciando commossa una sala di adulti e bambini.

 

* Il film rappresenta una buona occasione per riunire al cinema piccoli e grandi e si mostra adattissimo alla visione familiare, con suggestioni e problematiche che possono interessare anche gli adulti. Da consigliare anche per la visione a livello scolastico.

 

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