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Benvenuto presidenteGENERE: Commedia REGIA: Riccardo Milani SCENEGGIATURA: Fabio Bonifacci ATTORI: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Omero Antonutti, Remo Girone, Massimo Popolizio,Michele Alhaique, Cesare Bocci, Franco Ravera, Gianni Cavina, Stefania Sandrelli FOTOGRAFIA: Saverio Guarna MONTAGGIO: Giogiò Franchini MUSICHE: Andrea Guerra PRODUZIONE: Indigo Film con Rai Cinema DISTRIBUZIONE: 01 Distribution PAESE: Italia 2013 DURATA: 100 Min

E’ possibile che Giuseppe Garibaldi sia eletto presidente della Repubblica Italiana ? E’ possibile se ha più di cinquanta anni e viene votato da un parlamento guidato da politicanti senza scrupoli dediti solo ai propri interessi. Succede così che un pescatore dal nome famoso si trova ad essere eletto ad una carica che dopo un primo momento di disorientamento gli offre la possibilità di attuare tutte quelle cose che sono nei desideri di tanta gente.

Sviando abilmente le imboscate dei politici che in un uomo dalla coscienza quasi cristallina vedono un pericolo incontrollabile, riesce a risvegliare nella gente la speranza di una politica pulita e vicina alle esigenze di tutti. In questo svilupparsi di situazioni che hanno più la struttura di gags a sé stanti, vi è posto anche per la nascita di un amore anch’esso ‘di rottura’ in quanto la bella segretaria al protocollo riesce, rompendo con tutte le regole formali, ad innamorarsi e a far innamorare il nostro Giuseppe. Questa nuova ventata di umanità  porta alla fine alla chiusa del film consistente in un messaggio moraleggiante che ci sottolinea che nessuno è perfetto.

Se questo film fosse uscito alcuni mesi fa o anche qualche anno fa (la sceneggiatura di Fabio Bonifacci è risalente a quel periodo) forse non avrebbe avuto quell’attenzione che oggi riscuote grazie ad una situazione politica assolutamente simile a quella rappresentata con le campagne di Beppe Grillo che sostengono quegli stessi ideali di pulizia e trasparenza e con un presidente in scadenza senza che le forze politiche siano in grado di operare nel primario interesse comune nella popolazione.

Il tema di colui che per strane circostanze si trova a giocare un ruolo a cui non è preparato e che interpreta secondo i più elementari principi etici non è certo una novità come non lo è il cinema di denuncia sociale alla Rosi, ma qui siamo di fronte a qualcosa di molto più semplice e, se vogliamo, più leggero in un’utopia dove i buoni riescono a vincere contro i cattivi, anche in politica. Così Bisio ci intrattiene semplicemente anche se non è sempre possibile mantenere alto il livello umoristico e talvolta si avvertono alcune cadute di ritmo che non possiamo non accettare soprattutto quando siamo di fronte ad un solo protagonista che conduce tutto il film.

Bravi comunque anche i personaggi della sostituta segretaria al protocollo Kasia Smutniak che già conosciamo in film quali “Caos Calmo” o la “Passione” della Mazzacurati. Pregevole anche l’interpretazione di Gianni Cavina (Attore preferito da Pupi Avati che troviamo nel “il cuore grande delle ragazze” e nel bellissimo “Sconfinata Giovinezza”) che fa la parte di una longa manus dei servizi deviati agli ordini dei politici corrotti impegnati a distruggere l’immagine del presidente scomodo.

L’appello finale in cui il presidente stesso, non riconoscendosi degno della carica che ricopre, dà le dimissioni è piuttosto patetico e melenso tanto che poteva benissimo essere risparmiato soprattutto perché suscita un’osservazione ‘derivata’: se dopo così poco tempo di presidenza un onesto cittadino ha già imparato ad usare del suo potere per piccoli scopi personali, è proprio vero che la politica (o il potere) sporca le mani a tutti; è questo un messaggio che il regista Riccardo Milani  ci voleva far arrivare?

Il pubblico, comunque, si diverte ed il film può fare buoni incassi soprattutto se utilizzato in questo specifico frangente politico.

Una frase per concludere “In democrazia, la forma è la sostanza!”.

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