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HEIDI

di Alain Gsponer

 

heidiHeidi è una bambina felice che vive in compagnia del nonno in una piccola casetta sulle montagne svizzere. Insieme al suo migliore amico Peter si diverte prendendosi cura delle caprette e godendosi la libertà della vita sui monti. Queste giornate spensierate si interrompono però quando la zia Dete decide di portare Heidi a Francoforte. Lì dovrà fare compagnia a Klara, la figlia del ricco Signor Seseman, e insieme a lei imparare a leggere e scrivere sotto la supervisione della severa signorina Rottnmeier. In città Heidi conoscerà quindi un’amica inseparabile e l’amore per la lettura, ma la nostalgia delle sue amate montagne e di suo nonno si faranno sentire presto…L’allegra e ottimista Heidi, vera e propria icona svizzera, torna nelle sale cinematografiche. Ma dopo una dozzina di adattamenti, dai film muti in bianco e nero ai manga giapponesi, la difficoltà era di rendere il nuovo Heidi interessante per i bambini di oggi. “L’ultimo film su Heidi che ha avuto un successo internazionale risale agli anni Cinquanta, due generazioni fa. Il materiale è così ricco! Potremmo perfino dire che ogni generazione ha bisogno della sua Heidi”, afferma il regista Alain Gsponer. Non è la prima volta che Gsponer è alle prese col romanzo di Johanna Spyri, storia di un’orfanella piena di autenticità e naturalezza, del rapporto con la natura, la città, la vita e la malattia. Da studente, il regista 39enne aveva realizzato un cortometraggio d’animazione su Heidi. “Mi sono burlato dell’immagine della Svizzera, che si vende attraverso il personaggio di Heidi e lo stereotipo di un mondo accogliente e idilliaco. Il corto è una satira. In realtà la favola racconta qualcosa di diverso. Si tratta di un dramma sociale che mette in luce i problemi esistenziali della Svizzera di quell’epoca”. “Per noi era importante mostrare che in Svizzera c’è gente che ha patito la fame e persone che sono state emarginate, come il nonno. La popolazione conduceva una vita molto solitaria – non era tutto così idilliaco”.

*Pubblicati nel 1880 e 1881, i due volume di Johanna Spyri che raccontano la storia di Heidi sono l’opera letteraria svizzera più conosciuta al mondo. Le copie vendute superano i 50 milioni. Il romanzo è stato tradotto dal tedesco in 50 lingue e adattato una decina di volte per il cinema o la televisione. Grazie al film, questa generazione potrebbe dunque aver accesso a una lettura relativamente autentica e non romanticizzata del romanzo di Spyri. L’eccellente cast è guidato dall’attore svizzero Bruno Ganz – noto tra l’altro per “Il cielo sopra Berlino” – nei panni del nonno burbero, accompagnato dall’esordiente Anuk Steffen (Heidi), che ha avuto la meglio su 500 rivali. “L’unica condizione era che la bambina fosse nata nella regione e parlasse il dialetto svizzero-tedesco”, afferma Gsponer. “Nel primo casting ho trovato Anuk Steffen emozionante, coi suoi occhi vivaci e il suo modo intelligente di recitare. Stavo cercando qualcuno pieno di energia e al contempo fragile”. È però il paesaggio ad essere probabilmente la star principale del film. Le scene di montagna sono state girate nel villaggio grigionese di Latsch, stessa scenografia del film del 1952. Le prime scene si soffermano a lungo su campi, valli e cime. Non sorprende dunque che il cantone dei Grigioni, per incrementare il turismo, abbia investito 150mila franchi nel film, su un budget totale di 8,5 milioni.

 

(Heidi) REGIA: Alain Gsponer. SCENEGGIATURA: Petra Volpe, tratto dal romanzo di Johanna Spyri. INTERPRETI: Anuk Steffen, Bruno Ganz, Quirin Agrippi, Isabelle Ottmann, Anna Schinz, Katharina Schüttler, Maxim Mehmet. FOTOGRAFIA: Matthias Fleischer (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Niki Reiser. PRODUZIONE: Zodiac Pictures Ltd, Claussen+Putz Filmproduktion Gmbh, Studiocanal Gmbh, Schweizer Radio und Fernsehen, Teleclub Ag. DISTRIBUZIONE: Lucky Red. GENERE: Avventuroso. ORIGINE: Germania. ANNO: 2016. DURATA: 100’.

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