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Il fondamentalista riluttante

GENERE: Drammatico, Thriller REGIA: Mira Nair SCENEGGIATURA: Ami Boghani, Mohsin Hamid, William Wheeler ATTORI: Riz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland, Om Puri FOTOGRAFIA: Declan Quinn MONTAGGIO: Shimit Amin MUSICHE: Michael Andrews PRODUZIONE: Cine Mosaic, Corniche Pictures, The Doha Film Institute, Mirabai Films DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures PAESE: USA 2013 DURATA: 128 Min USCITA CINEMA: 

La regista indiana Mira Nair laureata in sociologia ad Harvard e non nuova a parlare di tematiche sociali ci  parla in questo film del rapporto tra americani ed islamici visto con gli occhi di un pakistanto che ha vissuto il ‘sogno americano’ ma che dopo l’11 settembre ha scoperto che la verità non è solo quello che appare.

Il giovane Changez Khan , professore nella sua patria di origine dove è tornato a causa della emarginazione a cui era costretto negli Stati Uniti dopo il disastro delle torri gemelle decide di raccontare la sua storia ad un giornalista americano che sotto le spoglie di un amico nasconde la sua vera funzione di spia.  Ghangez è un brillante economista figlio di un padre che fa il poeta e che, giunto in USA a 18 anni con la famiglia, studia con caparbietà e capacità divenendo  un responsabile di una società di recupero aziende in crisi. Questo lavoro, dapprima entusiasmante, lo porta presto a riflettere su cosa vuol dire “chiudere un’azienda”  immolata all’ottica del profitto. Ciononostante il giovane si inserisce pienamente nella sua nuova patria ed a ciò contribuisce anche un rapporto difficile con Erica, nipote del suo capo.

Tutto sembra andare per il meglio se non che l’11 settembre tutto cambia: la paura degli americani si trasforma in xenofobia capace di azioni in grado di annullare la stessa dignità degli individui sospetti (Ghangez è addirittura soggetto ad una introspezione rettale).

E’ questo nuovo mondo che si rivela agli occhi del giovane protagonista che lo spinge a lasciare la sua patri adottiva e far ritorno in patria per dare il suo contributo ma non a fondamentalismo islamico perché anche il Pakistan i fondamentalisti non sono da meno degli americani.

La sua lotta è sincera e la sua confessione al giornalista-spia americano è tanto vera da spingere quest’ultimo a scrivere la vera storia di un ‘fondamentalista riluttante’.

Mira Nair – che prende questo soggetto dall’omonimo romanzo di Mohsin Hamid – tende a dimostrare una tesi ben precisa : il fondamentalismo è da condannare in qualunque ambito si presenti per la giustificazione di qualsivoglia ideale. Nel film il primo fondamentalista è Jim, il suo capo, che ricorda ai suoi dipendenti che la sua società è la migliore perché si “attiene scrupolosamente al rispetto dei ‘fondamentali’ (dell’economia)”: quei fondamentali che devono considerare l’uomo solo una risorsa,una rotella di un meccanismo volto a dare utili; se non serve si getta. Il secondo fondamentalista è il capo islamico che propone a Changez , tornato in patria, di entrare nella guerriglia dichiarando che essi operano solamente rispettando i fondamenti del Corano.

Sta qui la chiave di lettura del film e la risposta del giovane protagonista ci fa comprendere chiaramente come la posizione della regista e del soggettista siano quelle di mantenersi equidistanti dagli estremismi ricordando più volte che non ci si deve mai fermare alle apparenze guardate con le categorie preconcette che ciascuno di noi porta inevitabilmente in sé.

Tecnicamente il film è condotto con correttezza anche se con un abuso di primi e primissimi piani che quando sono utilizzati per introspezione psicologica sono giustificati ma spesso sembrano utilizzati per tagliare la scena; anche la durata del film sarebbe potuta esser ridotta: in certi momenti il ritmo è  lento (soprattutto nella parte centrale) ed inutile il ribadire concetti già narrativamente acquisiti.

Il film, uscito a metà giugno 2013, non ha fruito dell’attenzione a cui avrebbe avuto diritto sia per il tema che inevitabilmente mette gli americani sotto una luce diversa da quella che si vuole pubblicizzare sia per il periodo poco felice come pure per il fatto che quest’anno abbiamo già avuto molti film su questo argomento: abbiamo visto la cattura di Bin Laden, il sequestro degli americani a Teheran, la caccia ai responsabili dell’assalto alle torri gemelle,ecc.  

In ogni caso sono sempre da apprezzare le occasioni che ci portano a riflettere su quanto succede invitandoci a guardare sempre oltre le stereotipate apparenze.

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