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Fra le numerosissime iniziative messe in atto dalla direzione nazionale ACEC, indubbiamente il momento più elevato è stato l’udienza in sala Clementina concessa da Papa Francesco.
Sua Santità nel suo discorso rivolto ai convenuti, ha consegnato all’ associazione tre parole, tre indirizzi per il proprio impegno:

Comunione, Creatività e Visione.

La prima fra tutte è la COMUNIONE.
Queste le sue parole: “Anche le vostre realtà associative sono valutate sulla capacità di aggregare o, meglio, di costruire comunione: «Noi cristiani siamo chiamati a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di credenti. La fede stessa, infatti, è una relazione, un incontro; e sotto la spinta dell’amore di Dio noi possiamo comunicare, accogliere e comprendere il dono dell’altro e corrispondervi» (Messaggio per la 53ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2019). L’invito, allora, è di costruire comunione tra voi, ma anche comunione tra associazioni e organizzazioni che nel mondo cattolico si occupano di cinema, per trasmettere la bellezza dello stare insieme negli eventi di cui siete promotori. Senza comunione, all’aggregazione manca l’anima.
L’ACEC Toscana ha fatto propri ,da tempo, questi valori strutturandosi con due organizzazioni di servizio, l’una il SAS ACEC Toscana, che storicamente assiste le sale della comunità con attività commerciale e l’altra, nuova, il SACI TOSCANA che rivolge la propria attenzione alle associazioni culturali che utilizzano il cinema “per trasmettere la bellezza dello stare insieme”.
Entrambe vogliono essere eredi di quell’umanesimo che come con i film del neorealismo “ha formato il cuore” degli spettatori, come sottolinea Sua Santità ricordando il film di De Sica “I bambini ci guardano” .
Il progetto dell’ Acec Toscana ,“COSTRUIRE LA COMUNITA, ripreso da uno precedente dell’Acec Nazionale e condiviso con la commissione comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Toscana, interpreta esattamente le parole di Papa Francesco quando esplicitamente invita a “costruire comunione tra associazioni ed organizzazioni nel mondo cattolico”.


L’ACEC è da sempre, prima ancora che un’associazione di assistenza alle sale cinematografiche, un servizio alla Chiesa. In questo spirito il Santo Padre ci invita a “dare spazio alla creatività, immaginando e costruendo nuovi percorsi. La creatività è fondamentale: sappiamo benissimo come le nuove piattaforme digitali rappresentino una sfida per i media tradizionali “.
“Le vostre associazioni e organizzazioni, se non vogliono diventare dei “musei”, debbono cogliere queste domande in maniera attiva e creativa. L’audacia, come avvenuto con i fondatori, chiama ancora una volta ad essere in prima linea, non però in maniera isolata o in ordine sparso, ma tutti insieme”.
Le sale della comunità svolgono una funzione essenziale nelle comunità ecclesiali in cui operano; purtroppo la nostra regione ha subito fortemente i cambiamenti tecnologici degli ultimi tempi e non ha saputo affrontare con sufficiente “audacia” le nuove sfide. Ecco che, come dice Papa Francesco, corriamo il rischio di ridurci ad essere “musei” incapaci di svolgere la missione di formatori.
Quelle tuttora esistenti vogliono essere un servizio per la pastorale sia operando nel diffondere i valori in cui noi cattolici crediamo, sia mettendosi a disposizione di scuole, associazioni e quant’altro possa contribuire a valorizzare la loro presenza sociale quali entità culturali ed aggregative.
Coloro che fanno un uso improprio delle sale, spesso considerandole come pura risorsa economica, non solo arrecano danno alla comunità a cui appartengono, ma offrono un’immagine distorta della Chiesa stessa. Al contrario, quando esse operano al servizio della pastorale , pur anche mettendosi in rete, riescono ad essere non solo più produttive ma anche a svolgere meglio la loro missione di formazione a cui sono chiamate quali beni di tutta una comunità.

 

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