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LINCOLN

di Steven Spielberg

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(Lincoln) REGIA: Steven Spielberg. SCENEGGIATURA: Tony Kushner, tratto dalla biografia “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln” scritta da Doris Kearns Goodwin. INTERPRETI: Daniel Day-Lewis, Joseph Gordon-Levitt, Tommy Lee Jones, Jackie Earle. FOTOGRAFIA: Janusz Kaminski (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: John Williams. PRODUZIONE: Amblin Entertainment, Dreamworks Skg, Imagine Entertainment, The Kennedy/Marshall Company, New Line Cinema. DISTRIBUZIONE: Fox. GENERE: Drammatico. ORIGINE: USA. ANNO: 2013. DURATA: 150’. – (Junior Cinema: Young)

Un’accorata chiamata a raccolta degli americani, che solo se uniti possono accettare sacrifici e superare avversità. Il Lincoln di Steven Spielberg, tratto da “Team of Rivals: The political genius of Abraham Lincoln” di Doris Kearns Goodwin racconta il dietro le quinte della lotta del sedicesimo presidente Usa per far approvare il tredicesimo emendamento alla costituzione, che di fatto aboliva la schiavitù. Candidato a dodici premi Oscar, il film si apre con le crude immagini della guerra civile, come “Salvate il soldato Ryan” faceva inizio con lo sbarco in Normandia, ma poi si sposta nelle stanze della Casa Bianca e della Casa dei Rappresentanti del Popolo, dove nel 1865, negli ultimi quattro mesi di vita del presidente, si consumò la battaglia per cancellare una delle più grandi infamie della storia e porre fine a una guerra che stava uccidendo migliaia e migliaia di giovani. Lincoln, che esplora la dimensione sia pubblica che privata del presidente repubblicano, non è dunque un film di azione e di scene madri: gli effetti speciali sono affidati tutti alla eccezionale recitazione di Lewis (doppiato da Pierfrancesco Favino) e alle parole di un uomo di fine intelligenza che conosceva assai bene l’arte della retorica. Ricco di dialoghi fittissimi che spesso si sovrappongono tra loro, questo film profondamente politico chiede allo spettatore la massima collaborazione nel seguire i passaggi di un percorso aspro e difficile, che si concluse con esito positivo per due soli voti. Conquistare i consensi necessari perché passasse un emendamento così rivoluzionario, al quale sarebbe stato affidato, come ricorda lo stesso Lincoln, il futuro della dignità umana, richiese metodi non proprio ortodossi, compresa una falsa dichiarazione al Congresso per impedire che una probabile resa degli Stati Confederati del Sud rendesse superflua la fine della schiavitù. La vittoria fu importante, ma non totale: per non correre il rischio di una bocciatura si rinunciò ad affermare l’uguaglianza razziale per sostenere solo quella di fronte alla legge. La lotta per i diritti civili degli uomini di colore dovette aspettare Martin Luther King e gli anni Sessanta. Ma è evidente che le parole del Presidente che accompagnano il finale del film, dopo l’attentato che lo ucciderà e che resta fuori campo, sono riferite anche all’oggi quando dichiarano l’importanza della pace tra i popoli, ma soprattutto della solidarietà e dell’unione tra le genti di una stessa nazione, unica via di uscita dal massacro bellico, economico e morale.

* Negli ultimi quattro mesi di vita del Presidente Abraham Lincoln, il pieno spessore dell’uomo, con la passione e l’umanità che gli erano propri, maturò nella sua battaglia più decisiva: tracciare un nuovo percorso per una nazione devastata, a dispetto di circostanze quanto mai avverse e di pressioni estreme, sia nella vita pubblica, sia nella sfera privata. Lincoln di Steven Spielberg offre un’immersione intima nei momenti più critici e significativi nella vita del leader americano, in un’epoca in cui l’oscura ombra dello schiavismo inizia a dissiparsi e un paese dilaniato dalla guerra deve essere riconciliato. Film di notevole livello, da considerare sia sul piano storico che su quello qualitativo.

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