“SILENT TRILOGY” il cinema di ieri per leggere l’oggi
Il finlandese Juho Kuosmanen compone tre cortometraggi, girati come film muti, in un affresco poetico che omaggiando i maestri del passato parla al presente
Con il progresso tecnologico che dal 1895 a oggi ha cambiato radicalmente il modo di fare film, il cinema muto è stato giocoforza esiliato dalle sale e, salvo qualche rassegna, relegato principalmente a musei e gallerie d’arte. Se a livello di industria quello di un secolo fa è un cinema antiquato e desueto, però, per qualche autore indipendente l’artigianalità degli albori della settima arte può rappresentare un’occasione unica di mettere in contatto passato e futuro, di sfruttare la poesia e la concretezza della messa in scena di ieri per parlare a e dell’oggi.
È questa la sfida che lancia Juho Kuosmanen in «Silent Trilogy», opera antologica che raccoglie tre cortometraggi girati nella nativa Kokkola, in Finlandia, con le tecniche degli anni Dieci e Venti del secolo scorso, con tanto di bruciature sulla pellicola, solarizzazione delle code dei rulli, evidenti salti di montaggio. Nel progetto originale, addirittura, ogni proiezione doveva essere accompagnata da orchestra e rumorista in sala, ma su questo Kuosmanen scende a compromessi, e si accontenta di registrare musiche e rumori dal vivo e affiancare la traccia audio al film, un “muto a metà” capace comunque di rendere la precisione certosina del tempismo di musicisti e rumorista.
Ad aprire il film è «Rottame-Mattila e la donna bellissima» del 2012, una fiaba struggente su un povero vedovo sfrattato dalla sua vecchia casa, che tenta di vendere il poco che possiede per potersi trasferire in Svezia. Il protagonista è proprio il Mattila del titolo, che interpreta se stesso in un’avventura chapliniana, con tanto di fedele cane e donna angelicata. Se il film guarda stilisticamente a Chaplin, il tema è quello più che mai attuale della crisi abitativa, cui si sovrappone quello dell’atomizzazione delle comunità, in un isolamento degli ultimi, dei fragili, degli scarti, di cui Mattila, contro il cui sfratto il film ha lanciato una raccolta firme, si fa portavoce.
Il secondo corto è «I distillatori» del 2017, remake sui generis dell’omonimo film di Louis Sparre e Teuvo Puro del 1907, il primo film finlandese della storia. Se l’originale è perduto, Kuosmanen raccoglie frammenti e racconti dai giornali dell’epoca e ricostruisce una storia che vira immediatamente sulla commedia, con gli eredi di Mattila che si improvvisano distillatori clandestini, ma si imbattono in un baro che attenta ai loro guadagni illeciti. La comicità slapstick del corto guarda a Stanlio e Ollio, ai Fratelli Marx, a Buster Keaton, e pur rappresentando in maniera piuttosto cruda gli effetti della crisi economica lo fa con un brio e una leggerezza tali da strappare più di una risata, indicando nelle relazioni e negli affetti un antidoto a qualsiasi avversità.
«Un lontano pianeta» del 2023 è l’unico film girato specificamente per la raccolta, e vede Jaana Paananen custode di un faro alla fine del mondo, guardiana di una luce da cui dipende il destino di tutti… fino a che non viene smantellata “perché tutti usano il GPS”. Attraverso il tema del lutto e della perdita, Kuosmanen fa propria la tradizione esistenzialista, e si confronta con la finitudine di tutte le cose e con l’angoscia che ne deriva. La cura proposta è il cinema stesso, nella sua forma più inventiva, creativa e giocosa, quella che guarda direttamente a Méliès e al suo illusionismo, capace di creare nuovi mondi e aprire nuovi orizzonti laddove l’occhio vede solo un telo bianco.
«Silent Trilogy» è una scommessa vinta, la dimostrazione che niente va perduto in quella straordinaria fabbrica dei sogni che è il cinema, e che i grandi maestri di ieri sono ancora in grado di dire qualcosa a un oggi quantomai perso, disorientato, confuso. Una piccola perla.
SILENT TRILOGY di Juho Kuosmanen. Con Seppo Mattila, Jaana Paananen, Aku-Petteri Pahkamäki, Juha Hurme. Finlandia, 2024. Sperimentale.
Fonte: ToscanaOggi.it del 27/05/2025