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TREMILA CINQUECENTO BATTUTE 
Cinquantadue film per un anno di cinema

3500 battute è il limite che il direttore pone al critico Lorenzo  Pierazzi per le sue recensioni da pubblicare sul settimanale Toscana Oggi , ma è anche il titolo di una collana per adesso giunta solamente al suo secondo anno. Un film la settimana e quando non si trova nulla in sala si guardi alle piattaforme. Se questa è la posizione dell’editore non è necessariamente condivisibile o condivisa. Il cinema è un prodotto che si vede in sala perchè è costruito tecnicamente e linguisticamente per quel tipo di fruizione. Pierazzi avverte questa dicotomia ma le sue recensioni sono comunque esatte e mirate a suscitare nel lettore interesse e curiosità. Purtroppo questi testi rimangono ambito dei cultori sia perchè è molto difficile trovare quei titoli in circolazione (se non su qualche piattaforma proposti in streaming) sia perchè , in alcuni casi, sono film che non hanno fruito della grancassa pubblicitaria e quindi non cercati. Forse proprio per questo l’opera di Pierazzi è particolarmente utile : non lasciare che certi ottimi lavori scivolino nel dimenticatoio.

Introduzione

Da Spielberg a Spielberg potrebbe essere il sottotitolo di 3500 battute edizione 2022. Il regista di Cincinnati, infatti, ha caratterizzato quest’annata avendola aperta con il frenetico e coinvolgente remake di West Side Story e chiusa con l’intimo e toccante The Fabelmans. Nel mezzo, tante produzioni di grande qualità, soprattutto italiane, a partire da rivelazioni inaspettate come Piccolo Corpo di Laura Samani (forse il film più bello in assoluto), dal profondo Californie dei fiorentini Alessandro Cassigoli e Casey Kauffrnan, dal chiassoso e travolgente Margini di Niccolò Falsetti. Senza dimenticare la presenza di autori del calibro di Paolo Taviani, Mario Martone, Marco Bellocchio, Roberto Andò e Michele Placido.
Interessante anche l’esordio dietro la macchina da presa di Jasmine Trinca con Marcel!, mentre accurato ed efficace si è dimostrato In viaggio, il reportage di Gianfranco Rosi sui pellegrinaggi di papa Francesco (anche se il documentario deiranno è sicuramente il canadese Fire of Love di Sara Dosa).

Nel libro mancano all’appello pellicole importanti come Bones and All di Luca Guadagnino, Il Colibrì di Francesca Archibugi ed Ennio di Giuseppe Tatore, così come lo spirituale Franco BattiatoLa voce del padrone di Marco Spagnoli o il capolavoro assoluto I misteri del giardino di Compton House di Peter Greenaway (riproposto nel 40.mo anniversario dell’uscita), ma 3500 battute è un viaggio senza sosta che prevede soltanto un film alla settimana e spesso, tra più visioni, si è dovuta effettuare una dolorosa scelta. Dopo le pellicole italiane, in 3500 battute ancora una volta la cinematografia più presente è quella francese (in ordine cronologico, dallo storico Illusioni perdute a Saint Omer della senegalese Alice Diop, quest’ultimo tra i migliori film dell’anno), la cui visione è stata favorita anche dalle tante possibilità che offre la capillare distribuzione sul territorio nazionale.
Nel libro, comunque, l’intera Europa è ben rappresentata, con la presenza dell’Inghilterra, della Spagna (Alcarràs di Carla Simón, Orso d’Oro alla Berlinale), della Germania, dell’Austria, del Belgio dei fratelli Dardenne, con quest ultimi inossidabili nella loro collaborazione al contrario di Joel Coen, che si è artisticamente separato da Ethan (regalandoci il sontuoso Macbeth), e del già citato Paolo Taviani che prosegue da solo la sua avventura dopo la scomparsa del caro Vittorio. Ricchissima la presenza iraniana con ben tre pellicole del calibro di Un eroe, Il male non esiste (eccezionale), Gli orsi non esistono, segno di una scuola vitale che, a dispetto di censure e restrizioni, non smette mai di sorprendere.
In 3500 battute sono rappresentate anche le cinematografie di ogni continente, grazie alla presenza deU’Australia con il biopic Elvis di Baz Luhrmann, della Tunisia con il dramma familiare Un figlio di Mehdi M. Barsaoui, di Israele con il delizioso Noi due di Nir Bergman, della Palestina con l’angosciante 200 metri di AmeenNayfeh, del Buthan con il delicato Lunana, il villaggio alla fine del mondo di Pawo Choyning Dorji, della Bolivia con il commovente UtamaLe terre dimenticate di Alej andrò Loayza Gris.
Le grandi produzioni americane (fatta eccezione del citato Spielberg, ma anche del Paul Thomas Anderson di Licorice Pizza e dello stesso Baz Luhrmann) possono contare su una sparuta rappresentanza mentre spiccano il ritorno sul grande schermo del mostro sacro David Cronenberg con il disturbante Crimes to thè future (unico horror presente nel libro) e una preziosa serie di riedizio¬ni estive e autunnali tra le quali emergono due capolavori assoluti come il film d’animazione La città incantata del maestro Hayao Miyazaki e la terza e definitiva versione di Apocalypse now – Final cut di Francis Ford Coppola.
In una stagione fortemente segnata dalle pellicole autobiografiche (ancora Spielberg, così come Alejandro Gonzàlez Inarritu con Bardo, la cronaca falsa di alcune verità, Kenneth Branagh con Belfast e la convincente Valeria Bruni Tedeschi di Forever Young), non mancano, infine, alcune visioni casalinghe (il già citato Macbeth, ma anche il sopravvalutato premio Oscar CODA I segni del cuore di Sian Heder, l’evanescente Don’t make me go di Hannah Marks, il pirotecnico The Gray Man di Anthony e Joe Russo, fino al teatrale The Humans di Stephen Karam), per fortuna soltanto piacevoli eccezioni alla regola.
E se 3500 battute è «il racconto di una passione infinita che, di volta in volta, si fa terapia, intrattenimento, arricchimento culturale», la speranza è che anche queste 52 recensioni siano per il lettore spunto di riflessione su temi imprescindibili che riguardano da vicino la nostra società (le crisi adolescenziali, l’eutanasia, la disabilità, i femminicidi, lo stupro, le migrazioni di massa), il nostro pianeta (le risorse che scarseggiano, la natura che si ribella alle devastazioni dell’uomo), la nostra storia recente (l’Olocausto, i conflitti tra cristiani e protestanti nell’Irlanda del Nord, tra israeliani e palestinesi, la guerra del Vietnam, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, gli attentati di Parigi del 2015, il pontificato di papa Francesco).
In conclusione, desidero ringraziare la redazione di Toscana Oggi, in particolar modo il direttore Domenico Mugnaini che ha fermamente creduto nella prosecuzione di questo progetto editoriale, Simone Pitossi punto di riferimento imprescindibile per amicizia e professionalità, la curatrice delle pagine culturali Lorella Pellis.
Un grazie speciale va alla fotografa Anna Camerlingo che ha corte-semente autorizzato la pubblicazione della bellissima immagine di copertina realizzata per Esterno notte di Marco Bellocchio e Martina Prosperi della Fremantle ed Elvira Alfonsi della Kavac Film che si sono adoperate per mettermi in contatto con l’autrice.
Un ruolo fondamentale nella genesi del libro spetta a Stefano Bonchi che si è letto tutte le recensioni, non senza dispensare preziosi suggerimenti.
E ultimi, ma non ultimi, vorrei ringraziare Orazio Anania ed Enzo Brogi per le piacevoli chiacchierate, per gli amichevoli consigli, per la premura dimostrata nei miei confronti.
Lorenzo Pierazzi

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