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di Hiromasa Yonebayashi
 
(Karigurashi no Arrietty) REGIA: Hiromasa Yonebayashi. SCENEGGIATURA: Hayao Miyazaki, Keiko Niwa, dal romanzo di Mary Norton (Formato: Panoramico/Colore). MUSICA: Cécile Corbel. PRODUZIONE: Studio Ghibli, Toho Company, Walt Disney Company. DISTRIBUZIONE: Lucky Red. GENERE: Film d’animazione. ORIGINE: Giappone. ANNO: 2011. DURATA: 94’. – (Junior Cinema: Teens)
 
Sotto il pavimento di una grande casa situata in un magico e rigoglioso giardino alla periferia di Tokyo, vive Arrietty, una minuscola ragazza di 14 anni, con i suoi altrettanto minuscoli genitori. La casa è abitata da due vecchiette, che naturalmente ignorano la presenza di questa famiglia in miniatura. Tutto ciò che Arrietty e la sua famiglia possiedono, lo “prendono in prestito”: strumenti essenziali come la cucina a gas, l’acqua e il cibo; e ancora tavoli, sedie, utensili, o prelibatezze come le zollette di zucchero. Tutto viene preso in piccolissime quantità, così che le padrone di casa non se ne accorgano. Un giorno Sho, un ragazzo di 12 anni che deve sottoporsi a urgenti cure mediche in città, si trasferisce nella casa delle vecchiette. I genitori di Arrietty le hanno sempre raccomandato di non farsi vedere dagli umani: una volta visti, i piccoli abitanti devono lasciare il luogo in cui sono stati scoperti. L’avventurosa ragazzina, però, non li ascolta, e Sho si accorge della sua presenza. I due ragazzi iniziano a confidarsi l’uno con l’altra e, in breve tempo, nasce un’amicizia… Sono intorno a noi, in mezzo a noi, sono i rubacchiotti, esserini che vivono sgraffignando dalle nostre case. Noi li temiamo, loro ci temono. Ma chi conosce Hayao Miyazaki – vi ricordate ‘Ponyo’? – sa bene che così non può durare. II sommo Hayao è ‘solo’ co-sceneggiatore, alla regia l’esordiente Hiromasa Yonebayashi, ma Arrietty è un altro gioiellino nel forziere dello Studio Ghibli. E ancora una volta il tema è l’identità, la definizione dell’altro attraverso la ridefinizione di sé, racchiusa in una matrioska splendidamente disegnata: nella casa dell’uomo la casina dei rubacchiotti, nel loro sguardo, così lontano e cosi vicino, l’accorata interrogazione al nostro modo di vedere e vivere.
* In questo nuovo film prodotto dallo Studio Ghibli (che fu creato nel 1985 da Miyazaki e da Isao Takahata, regista di “Heidi”) già il titolo spiega che basta guardare vicino alle nostre scarpe per scoprire un mondo di esseri piccolissimi, di gnomi alti una mela o poco più. In Miyazaki di particolare c’è anche questo: la saggezza spesso è nelle mani degli adolescenti, che sanno rendere ricca la propria esistenza attraverso l’attenzione e la conoscenza degli altri. Il risultato è un film dal ritmo lento come una poesia, perché anche gli spettatori devono guardare con attenzione tra le assi dei pavimenti, nelle case degli esseri piccolini (in cui i francobolli sono appesi come quadri), vedere l’effetto della pioggia che bagna il selciato, scoprire come le emozioni possano far alzare il vento. In quest’opera delicata, piena di commovente umanità, la musica, sorprendentemente, viene dalla bretone Cécile Corbel, che suona arpe e cetre. Chi sono i ‘Prendimprestito’ ? Sono i piccoli, i poveri del mondo, tutti coloro che, per un motivo o per l’altro, sono costretti a lasciare le proprie case e la propria terra. Il finale è aperto, come in molti film dello Studio Ghibli. O forse no, forse è un finale felice. Ma per capirlo bisogna fare come Sho e guardarlo da vicino, con attenzione. Il film può essere visto anche dai più piccoli, ma le caratteristiche del racconto e la comprensione di tutti i temi trattati lo rendono forse più adatto ai ragazzi dai 10 anni in poi.

CLASSIFICAZIONE FILM: TeensTipologia Utilizzo: MIRATO

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