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11settembre1683

 

11 SETTEMBRE 1683

di Renzo Martinelli

(11 Settembre 1683) REGIA: Renzo Martinelli. SCENEGGIATURA: Renzo Martinelli e Valerio Massimo Manfredi. INTERPRETI: F. Murray Abraham, Enrico Lo Verso, Jerzy Skolimowski, Alicia Bachleda Curus, Piotr Adamczyk, Claire Bloom. FOTOGRAFIA: Fabio Cianchetti (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Roberto Cacciapaglia. PRODUZIONE: Martinelli Film Company International, Agresywna Banda in collaborazione con RAI Cinema. DISTRIBUZIONE: Microcinema. GENERE: Drammatico. ORIGINE: Italia. ANNO: 2013. DURATA: 113’.

 

Nell’estate del 1683, arriva la notizia che il Gran Visir Kara Mustafa ha lasciato la Turchia e sta marciando alla volta di Vienna. Forte di un esercito di trecentomila uomini, Mustafa sventola lo stendardo verde dell’ Islam che vuole issare sulle capitali d’Europa, da subito Vienna e poi Roma. L’assedio di Vienna comincia l’11 settembre di quell’anno. A quel punto, il monaco cappuccino Marco da Aviano, friulano di nascita, è riuscito a vincere molte incertezze e a mettere insieme la Lega Santa guidata dal Re polacco Jan III Sobieski. Grazie ad una posizione strategica, Sobieski conduce dall’alto l’assalto finale che darà un volto diverso alla storia non solo degli anni, ma dei secoli successivi…. L’avvenimento è reale, tanto importante quanto abbastanza dimenticato nell’ambito della storia europea. Martinelli precisa di aver conosciuto il fatto e il nome di Marco da Aviano quando nel 2001 stava preparando l’anteprima in Friuli di “Vajont” e le televisioni mostrarono le immagini dell’attentato alle Torri Gemelle. “Si può dire che il lavoro sul film di oggi sia cominciato quel giorno di dodici anni fa”. Confermando una spiccata preferenza per la Storia e per avvenimenti difficili e controversi (tra gli altri, ‘Porzus’ , 1997; ‘Piazza delle Cinque Lune’, 2003; ‘Carnera’, 2008; ‘Barbarossa’, 2009), il regista affronta una ricostruzione minuziosa e dettagliata di quell’episodio. Un momento di fronte al quale il corso della civiltà europea avrebbe potuto prendere una direzione opposta e il destino di interi popoli cadere nelle mani dell’impero Ottomano. Riproporre quegli eventi di oltre trecento anni fa significa inevitabilmente misurarsi con una attualizzazione delle situazioni. Ne viene fuori, solo per restare alla impressione più immediata e inquietante, che già allora, di fronte alla minaccia musulmana, si pose un’Europa divisa e incerta, fatta di obiezioni e distinguo, e la riscossa fu affidata quasi interamente al coraggio interiore di Marco da Aviano e alla forte reazione di Jan Sobieski, re di Polonia. Affidato a grandi scene di battaglia e a un’epica narrativa incisiva, specie nella seconda parte, il copione ha il merito di riportare in primo piano una pagina di storia inopinatamente trascurata e di offrire molti agganci per una riflessione ampia sull’incontro/scontro tra religioni e culture. Oltre ad essere, dice Martinelli, un film “sulla insensatezza della guerra e anche delle guerre di religione, di tutte le guerre”.

* In un periodo in cui si parla molto di dialogo tra religioni per spiegarsi e capirsi, un film come questo offre alla riflessione un elemento che l’inesorabile incalzare di immagini televisive, di fonti cartacee e in rete ha quasi cancellato: nessuno dei seri problemi di convivenza che agitano il mondo contemporaneo comincia da oggi. Tutto ha radici nella storia. Questo invito a ripercorrere il passato con spirito critico e con l’umiltà di non ripetere errori o inadempienze è il messaggio forte del film, che ci fa conoscere una figura altrettanto forte come quella di Marco da Aviano che fu, non solo colui che riuscì a ricompattare una Europa in difficoltà, ma che fu anche una persona di alta spiritualità e grande eloquenza.

 

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