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Le cirque du soleil

GENERE: Fantasy REGIA: Andrew Adamson SCENEGGIATURA: Andrew Adamson ATTORI:  Erica Linz, Igor Zaripov, Matt Gillanders FOTOGRAFIA: Brett Turnbull MONTAGGIO: Sim Evan-Jones, Dirk Westervelt  MUSICHE: Martin Lord Ferguson, Stephen Barton, Ella Louise Allaire PRODUZIONE: Reel FX Creative Studios, Strange Weather Films, Cirque du Soleil Burlesco  DISTRIBUZIONE: Nexo digital PAESE: USA 2013

Difficile dire di cosa parla questo film perché unico elemento narrativo è una ragazza che va alla ricerca di un trapezista di cui si è invaghita: fa questo attraverso una serie di momenti/ambienti che non sono altro che numeri di circo. Appunto “le cirque du soleil” .

Le “cirque du soleil” è uno spettacolo reale che su un canovaccio circense riunisce numeri di varie arti e tipologie : molti sono numeri tipicamente da circo – contorsionisti,giocolieri ecc. – , altri sono spettacoli musicali o di danza – il nuoto sincronizzato –  il tutto di alta qualità, con artisti assolutamente preparati e sceneggiature notevoli tecnologicamente avanzate.

Purtroppo, l’operazione di Cameron produce un ibrido che non è né cinema né teatro: per essere cinema manca della struttura narrativa mentre per essere teatro (o sua rappresentazione) manca di alcuni elementi base quali il pubblico, il suo coinvolgimento, il suo calore che costituiscono parte integrante dello spettacolo. Non bastano certe riprese al rallentatore a conferire dignità cinematografica alla rappresentazione teatrale , né più fascino a quella teatrale.

I numeri sono indubbiamente spettacolari, acrobati che si librano nell’aria, danzatori e saltimbanchi di grande professionalità ma per sortire questi effetti è necessario che essi siano sospesi a cavi i quali ,  per non disturbare la vista dello spettatore,  sono neri sullo sfondo dei tendoni anch’essi  neri .
A questo punto c’è da chiedersi  anche se la scelta della tecnologia 3D abbia contribuito alla qualità dello spettacolo  o lo abbia reso più difficile da fruire: il  3D obbliga a scene molto luminose oltre che a proiettori particolarmente potenti perché le lenti che si indossano scuriscono notevolmente l’immagine; lo spettacolo di Cameron sembra girato in una notte buia e tempestosa.

La parte sonora è occupata da un incredibile mixer di canzoni che vanno dai Beatles usati a piene mani, alle note della marsigliese alla chiusura del film: Una stranezza: non vi è alcun dialogo, solo una parola: “aiuto” ripetuta due volte in una particolare scena. Chissà perché è stata inserita. In sostanza un tentativo non proprio riuscito di trasportare lo spettatore in una dimensione onirica utilizzando il mondo circense. 

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