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Mai così vicini

Cambiano i tempi: la commedia è dei nonni
e a Hollywood trionfa il già visto

Oren, agente immobiliare, ha maturato dalla morte della moglie una sorta di corazza che non permette al resto del mondo di entrare. Non importa che sia un figlio con problemi di tossicodipendenza, una nipote che non sapeva di avere o vicini di casa che cercano invano di convivere civilmente. La vicina più vicina, però, ha altri progetti. Leah ha perso il marito, cerca di far valere le proprie virtù canore, ha un difficile equilibrio emotivo ma è seriamente convinta che chi ha bisogno di aiuto debba essere aiutato. E’ evidente, da molto prima che lo vogliano gli autori, che Oren addolcirà i propri angoli, che Leah supererà i propri limiti e che entrambi si prenderanno cura di Sarah (la nipote di Oren) nel periodo che il padre dovrà trascorrere in prigione. E che alla fine sceglieranno il percorso comune fino in fondo.

Il titolo originale di “Mai così vicini” di Rob Reiner, “And So It Goes”, significa più o meno “così vanno le cose”. Il che può voler dire che il film rappresenta la vita come viene, che ciò che vediamo corrisponde proprio a quel che accade intorno a noi oppure che le cose vanno così soltanto in una (più o meno) astuta sceneggiatura hollywoodiana. Rob Reiner ha sicuramente dato qualcosa al cinema: due buoni adattamenti da Stephen King (“Stand by Me” e “Misery”), un ottimo dramma processuale (“Codice d’onore”) e una commedia di straordinario successo (“Harry ti presento Sally”). Tutto legato a buoni testi di partenza e a sceneggiature impeccabili. Quando invece i testi e le sceneggiature non sono di prim’ordine, Reiner non ha mai dimostrato di poter prendere in mano la situazione per dare un’impronta realmente personale e rimediare a eventuali lacune. “Mai così vicini” arriva quando la sua stella si è offuscata già da qualche anno e conferma una tendenza piuttosto diffusa nella commedia americana attuale: le commedie con i giovani sono quasi sempre confinate nell’ambito del filone “Porky’s” e “American Pie” (ovvero, genericamente, della volgarità anche pesante); quelle che negli anni Quaranta passavano sotto il nome di commedia sofisticata e prevedevano al massimo amori tra quarantenni, esistono ancora ma si sono spostate avanti con l’anagrafe e sono scivolate nella terza età. Ciò porta a un evidente surplus di prevedibilità che comporta sapere subito come andrà a finire, chi si innamorerà e quali caratteri, per aspri che siano, sono destinati a cambiare.

Non è un caso se lo sceneggiatore del film Mark Andrus è anche autore della sceneggiatura di “Qualcosa è cambiato” di James L. Brooks. Il cinico, misantropo, egoista e scorbutico Oren è sotto molti aspetti una replica del Melvin che fruttò un Oscar a Jack Nicholson, senza averne però la freschezza e la novità. Va da sé che la scelta di Michael Douglas per il ruolo del protagonista è azzeccata, anche se il suo cambiamento radicale evoca quello, in realtà assai poco credibile, di Gordon Gekko in “Wall Street – Il denaro non dorme mai”. Molto meglio l’inossidabile Diane Keaton che, rispetto a Douglas, possiede un’autoironia che le permette di uscire vincitrice anche dalle situazioni più scontate e preconfezionate. La loro preponderanza sulla scena non permette agli altri attori di emergere, tranne forse alla piccola Sterling Jerins (Sarah) che per forza di cose ha una parte rilevante nel percorso di avvicinamento tra il nonno biologico e la nonna acquisita. E Rob Reiner, che ha spesso affiancato a quella di regista l’attività di attore, non rinuncia a una partecipazione (con parrucchino dichiarato) nel ruolo del pianista di Leah. Il tutto, però, sa irrimediabilmente di già visto in un modo che l’età dei protagonisti (settant’anni Douglas, sessantotto Diane Keaton) non riesce a mascherare. Dato che su tutto aleggia un alone di leggerezza che consente a qualche momento piacevole di reclamare un sorriso, diciamo che si tratta di tempo perso in modo da non far rimpiangere al cento per cento di esserci cascati.

Francesco Mininni

MAI COSÌ VICINI (And So It Goes) di Rob Reiner. Con Michael Douglas, Diane Keaton, Sterling Jerins, Frances Sternhagen, Frankie Valli. USA 2014; Commedia; Colore

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