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MINIONS

di Pierre Coffin, Kyle Balda

minions verticalePartendo da organismi gialli unicellulari, i Minion si sono evoluti attraverso i secoli, perennemente al servizio del più spregevole dei padroni. Continuamente senza successo nel preservare questi maestri, dal T-Rex a Napoleone, ora i Minion sono senza qualcuno da servire e sono caduti in una profonda depressione. Ma un Minion di nome Kevin ha un piano, e lui – insieme all’adolescente ribelle Stuart e all’adorabile piccolo Bob – decide di avventurarsi nel mondo per trovare un nuovo capo malvagio da seguire per sé e i suoi fratelli. Il trio si imbarca così in un viaggio emozionante che li condurrà alla loro prossima potenziale padrona, Scarlet Overkill, la prima super-cattiva al mondo. Un viaggio che li porterà dalla gelida Antartide alla New York City del 1960, fino ad arrivare a Londra, dove dovranno affrontare la loro sfida più grande: salvare tutti i Minion dall’annientamento…. La storia dei Minions comincia più o meno dove inizia il mondo. Il passaggio da organismi unicellulari a buffi omini gialli a forma di pillola attraversa i secoli e va di pari passo con la loro ricerca di un personaggio spregevole da servire. Peccato però che tutti i loro goffi tentativi di aiutare questi cattivissimi padroni si risolvano con l’involontaria eliminazione degli stessi. Troppo iconicamente connotati e connotanti – soprattutto in termini di merchandising – per restare relegati al ruolo di semplici spalle di Gru nei due Cattivissimo me, queste creaturine gialle diventano dunque protagonisti assoluti di un film che, dei suoi due predecessori, è sia spin-off che prequel, realizzato quasi esclusivamente su richiesta dei milioni di fan che, fin da subito, si sono affezionati a loro. L’operazione, sebbene auspicabile, non era però semplicissima, almeno sulla carta. Innanzitutto perché i Minions non parlano una vera e propria lingua, ma si esprimono con un linguaggio tutto loro (un folle esperanto che mette insieme inglese, spagnolo e italiano) che, di fatto, rende il film molto poco parlato. Ma ciò che rendeva più rischioso il passaggio dei Minions da dolcissimi gregari a protagonisti era l’oggettiva difficoltà nel riuscire a costruire un’intera storia attorno a dei personaggi che hanno nel nonsense più totale la loro ragion d’essere e, soprattutto, che tale storia potesse tenere desta l’attenzione per tutta la sua durata. Il rischio viene affrontato di petto e superato brillantemente da Brian Lynch (già sceneggiatore dello spin-off di Shrek, Il gatto con gli stivali) prima con un’esilarante introduzione diacronica che ci mostra – con tanto di voice over – i Minions attraversare i vari stadi del loro cammino evolutivo, e poi con una linea narrativa minimale, anche se calibratissima nel dispensare risate e richiami citazionistici a profusione.

* Chi sono i Minions? Il film che pure ne racconta genesi, preistoria ed evoluzione elude la domanda. Si diverte a girarci attorno semmai, ora etichettandoli come marmocchi affetti da itterizia, ora apparentandoli a idranti gialli. E va bene così. In fondo i Minions sono i Minions, una felice tautologia cinematografica, come i Gremlins, i Goonies, i Simpson. Più facile dire che cosa rappresentano. I Minions sono una straordinaria macchina del consenso, un adesivo da attaccare sul retro di una macchina, un logo che funziona a prescindere del contenuto. Il paradosso è questa fortissima iconicità che è anche estrema porosità ideologica, un totem per tutte le battaglie. La forza dell’immaginario batte il potere dell’immaginazione.

(Minions) REGIA: Pierre Coffin, Kyle Balda. SCENEGGIATURA: Brian Lynch. MONTAGGIO: Claire Dodgson (Formato: Panoramico – Colore). MUSICA: Heitor Pereira. PRODUZIONE: Chris Renaud. DISTRIBUZIONE: Universal. GENERE: Film d’animazione. ORIGINE: USA. ANNO: 2015. DURATA: 90’. – (Junior Cinema: Baby)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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