Il diluvio universale rivisto e corretto
Certamente non si è mai sentito critico cinematografico che ha preteso fedeltà al testo da cui è stato tratto il soggetto : tanto più nel nostro caso in cui “la bibbia” non è certo prodiga di dettagli sufficienti per narrare quella che è stata la prima tragedia planetaria di cui l’umanità abbia notizia .
E’ così che il regista Darren Aronofsky , (ricordiamo Robocop e Il leone d’oro alla 65 mostra di Venezia con The Wrestler) si cimenta su un lavoro al limite della fantascienza con mostri-buoni recuperati da altri film del genere e con ‘cattivi’ direttamente discendenti dal progenitore Caino.
Il film narra di un uomo giusto, ultimo rimasto sulla terra, discendente dal ramo buono della stirpe di Abramo: egli genera Noah a cui Dio assegna il compito di salvare gli animali della terra dal momento che ha deciso di distruggere tutta la stirpe umana resasi colpevole di essersi lasciata allettare e sottomettere dalla malvagia discendenza di Caino.
Noè costruisce un’arca per ricoverarvi ogni specie di animale salvandoli dall’imminente diluvio che Dio ha scelto come forma per ripulire il mondo dai malvagi.
L’impresa non è semplice perché deve anche difendere la sua opera da quanti vorrebbero salirvi per salvarsi dal disastro. Ma non sono solo questi i suoi problemi : anche il figlio Cam , che sente il richiamo della natura, sfugge spesso al controllo per procurarsi una donna. Sarà proprio il comportamento del padre pronto a sacrificare anche il figlio pur di non mettere a rischio la missione affidatagli che introdurrà nella storia un elemento assolutamente tanto originale quanto funzionale alla narrazione.
Cam si alleerà con l’ultimo re discendente di Caino: scopriamo così che sull’arca c’era anche un clandestino; nella finzione cinematografica tutto questo è ammesso!
Il soggetto , originale in alcune parti, si dipana in un’azione che ‘prende’ lo spettatore non però senza lanciare di tanto in tanto spunti per una riflessione su quanto Dio chiede agli uomini.
Il film ha la qualità dei colossal e le scenografie sono veramente ben riuscite. Il ritmo è sostenuto e gli stessi riferimenti biblici sono talvolta ben azzeccati benché posti in un contesto assolutamente fantastico; d’altronde noi non chiediamo all’opera cinematografica altro che di essere uno spettacolo con lo scopo di farci trascorrere due ore piacevoli presi da una storia più o meno emozionante.
Vito Rosso