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Scheda Centro Cattolico Cinematografico Vol. LXXX 1976

DON MILANI _ CCC LXXX 1976

ACCETTABILE COMPLESSO

Origine: Italia (1976) — Genere: Biografico — Produz.: Ital No­leggio Cinematografico — Regia: Ivan Angeli — Interpr.: Edoardo Torricella, Claudio Gora, Marina Berti, Renato Pinciroli, Mariangela Giordano, Winni Riva, Andrea Vaimori — Sogg.: I. Angeli, Bruno Paolinelli — Scenegg.: I. Angeli, B. Paolinelli, P.P. Capponi — Fotogr. (panoramico, Eastmancolor): Roberto D’Ettore Piazzoli — Musica: Alessandro Alessandroni — Montaggio: Vincenzo Verdecchi — Du­rata: 95’ — Distribuz.: Ital Noleggio Cinematografico.

Soggetto. — Lorenzo Milani, nato nel luglio del 1923 da madre ebrea, battezzato per timore di rappresaglie razziste, viene ordinato sacerdote nell’ottobre 1947 e mandato nella parrocchia di San Donato a Calenzano, piccolo borgo alle porte di Prato, come coadiutore dell’anziano Don Pugi. Le sue idee, I suoi atteggiamenti, la collaborazione ad « Adesso » di Don Mazzolari, il tipo di scuola che inaugura, gli interventi a favore degli operai in genere e di quelli giovanissimi in particolare, il libro « Esperienze Pastorali », le prediche in occasione delle elezioni amministrative del 1951, inducono certi « borghesi » a denunciarlo presso la Curia. Mandato a Bar­biana nel Mugello, piccolissima e sprovveduta parrocchia, Don Lorenzo vi apre una scuola di « recupero »; continua nella propria linea di condotta; cura un nuovo libro « Lettera a una professoressa ». Per una lettera ai Cappellani militari di Toscana viene denunciato, processato e assolto dal Tribunale di Roma nel febbraio 1966. Morto di leucemia mielitica il 26 giugno 1967, per ricorso in Appello del Pubblico Mini­stero, viene condannato nel l’ottobre 1968.

Valutazione pastorale. — Opera prima a lungometraggio di Ivan Angeli, questo film è caratterizzato dalla semplicità dei mezzi espres­sivi e dalla linearità del racconto che ricorda gli episodi chiave della vita di Don Milani. La semplicità risulta, in questo caso, tutt’altro che povertà, poiché aderisce perfettamente alla figura descritta, al tipo di vita, alla testimonianza offerta all’Italia da un sacerdote precursore e, come tale, vittima di attacchi e di dolorose scelte. Il film — molto meno « politicizzato » e « polemico » del recente « Un prete scomo­do » — non analizza a fondo le complesse tesi sostenute a volte acerbamente dal curatino toscano e si sofferma soprattutto nei suoi atteggiamenti di cosciente rifiuto dell’andazzo e di assoluta nonché generosa dedizione a un apostolato a favore degli emarginati. Oggi, in forza dell’esempio da lui dato e della maturazione ecclesiale portata avanti dalla Gerarchia e da altre personalità di fermento, la figura di Don Milani risulta molto meno polemica e aggressiva che nel pas­sato. Ciò nonostante, per l’utilizzazione di questa sollecitante pellicola, va tenuto presente che qualche particolare risente di un tempera­mento non sempre e del tutto equilibrato e comprensibile nel quadro delle difficoltà tipiche di un’epoca di evoluzione. La comunicazione globale, quindi, è accettabile ma complessa. Accettabile/complesso.

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