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IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

Genere: Drammatico. Origine: Italia (1970). Distribuzione: Film
Club Distribuzione. Interpreti: Lino Capolicchio, Dominique Sanda,
Fabio Testi, Romolo Valli, Helmut Berger.

di Vittorio De Sica

Ferrara 1938-1943. Le Leggi in difesa della razza sono operative e gli ebrei debbono condurre una vita separata rispetto agli altri italiani. Giorgio è sin dalla preadolescenza amico della bella Micòl Finzi Contini. Li separa la classe sociale ma li unisce l’immenso parco della villa in cui spesso ci si ritrova tra amici a giocare a tennis. E’ lì che Giorgio comincia a provare un sentimento diverso dall’amicizia per la ragazza che però non vi corrisponde. Intanto scoppia la guerra e la situazione si fa di giorno in giorno più precaria& Non era certo il primo libro a cui Vittorio De Sica si ispirava per una propria opera cinematografica ma è stato, certamente, quello che gli ha causato più problemi sia nella stesura della sceneggiatura, che nella realizzazione per le polemiche che ci furono con l’autore del romanzo Giorgio Bassani. Nonostante questo, il regista trova qui il punto più alto (conquistando il suo quarto Oscar) della fase finale della sua filmografia lavorando proprio sui mezzi toni di una vita sospesa in cui la ricchezza materiale (ai Finzi Contini non mancano i mezzi economici) può solo cercare di proteggere dal progressivo isolamento sociale. La vicenda di Giorgio e Micòl diventa così una lettura di una separazione all’interno di un9altra separazione in cui l’ingenuità del protagonista è costretta a confrontarsi con una maturità più consapevole del dolore che talvolta è necessario causare agli altri per evitarne uno maggiore sul piano dei sentimenti. E’ costruendo intorno a questo nucleo tematico un susseguirsi di segnali (ad esempio le telefonate anonime, l’inibizione della frequentazione della biblioteca) che De Sica e Pirro con Vittorio Bonicelli rendono ancor più tragico il finale. Senza svastiche e blindati ma con la consapevolezza profonda dello sterminio in atto. Giustamente premiato con l’Oscar per il miglior film straniero nel 1972, si va ad aggiungere agli altri tre film insigniti dello stesso premio [Sciuscià (1948), Ladri di biciclette (1950), Ieri, Oggi, Domani (1965)] che fanno di De Sica il regista italiano più premiato dall’Accademia Americana del Cinema.

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